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      Egli morí una settimana dopo la sua elezione a deputato di Saumur. Dio, che osserva ogni cosa e non colpisce mai a vuoto, volle certo punirlo cosí dei lunghi calcoli e della sottile arte giuridica con la quale, accurante Cruchot, aveva preparato la minuta del suo contratto di matrimonio, in cui i futuri sposi si donavano reciprocamente nel caso non nascessero figli, l'universalità dei loro beni mobili ed immobili, senza eccezioni o riserve, in piena proprietà, dispensandosi anche dall'obbligo dell'inventario e con espressa clausola che la omissione dell'inventario medesimo non possa eccepirsi dagli eredi ed aventi causa, dovendosi ritenere la donazione in parola, ecc. Clausola questa che spiega il rispetto assoluto di lui per la volontà e la solitudine della signora Bonfons. Le donne lo indicavano ad esempio di speciale delicatezza e, compiangendolo di quando in quando, non risparmiavano ciarle maligne sul dolore e sulla passione di Eugenia.
      Bisognava credere che la presidentessa fosse proprio malata per lasciar cosí solo il marito. Povera donnina! guarirebbe presto? Ma cosa mai aveva? Una gastrite? un cancro? E perché non consultare dei medici? non ricorrere alle prime celebrità di Parigi? Da qualche tempo s'era fatta gialla gialla... Possibile che non desiderasse un figlio? Affermavano che ella portasse affetto allo sposo, ma allora perché negargli un erede nel grado in cui egli si trovava?... Era orribile davvero e tanto piú riprovevole se ciò faceva per capriccio. Povero presidente!


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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