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      Vestiva come un giorno sua madre, e la casa di Saumur, priva di sole e di calore, immersa in una triste ombra continua, poteva considerarsi l'immagine della sua vita. Accumulava sempre le rendite, ma per usarne in pie istituzioni caritatevoli, in un ospizio per i vecchi, nelle scuole cristiane per i fanciulli e in una ricca biblioteca pubblica. Anche le chiese di Saumur dovettero a lei tante bellezze; quindi un religioso rispetto circondava la signora de Bonfons, che per ischerzo chiamavano ancora signorina. I calcoli dell'interesse umano tuttavia giungevano a pesare fin sul nobile cuore aperto ai piú dolci sentimenti, e il denaro comunicava le tinte sue scialbe a quella vita celeste, insinuando la diffidenza dell'affetto a chi d'affetto era assetata.
      - Tu sola mi vuoi bene sinceramente - ella diceva a Nannina.
      Oggi la mano di lei molce segrete afflizioni di ogni casa, ed ella s'avvia verso l'alto per una strada di benefìcii. La grandezza dell'anima copre i difetti dell'educazione e delle prime abitudini in questa donna che vive nel mondo e ad esso non appartiene, che era nata per divenire sposa e madre esemplare e non ha marito, né figlioli, né famiglia. Di recente si parlò di una nuova proposta di matrimonio da parte del marchese di Froidfond, la cui parentela cominciava a circuire la ricca vedova come un giorno avevano fatto i Cruchot. Si diceva che Nannina e Cornoiller parteggiassero pel marchese, ma è falso addirittura, poiché né l'una né l'altro hanno tanto spirito da comprendere la corruzione del mondo.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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