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      Le prime penitenzeI
     
      Al tempo dei tempi, quando ogni cosa era di bronzo - e, anche, i cuori e le facce degli uomini - scivolò all'onor del mondo un pargoletto, destinato dalla benigna sorte a mostrare esempio di rare virtù. Sin dai primi vagiti, difatti, l'eccelso personaggio, che doveva poi, col nome di Macario, vivere e morire diffondendo intorno a sé un acuto odore di santità, volle appalesare con chiari segni la propria missione opponendo un fiero corruccio agli osceni allettamenti dei sensi e rifiutando il latteo alimento sol perché offertogli in una coppa di carne nuda da una poco timorata nutrice. Con irati gesti e mugolii disapprovatori egli respinse, dunque, ben tre volte la coppa: e, forse, avrebbe prematuramente rinunciato a un'esistenza, che si rivelava piena di tentazioni peccaminose e di scandali, se la materna sollecitudine non si fosse affrettata a licenziar sui due piedi la proprietaria di un calice così dolce al tatto e così amaro per l'anima, e a comprare un biberone, che porgesse sostegno e cibo alle ancor deboli forze del bimbo.
      Era, questo biberone, una lucida e garbata bottiglia dal collo cilindrico rivestito di un fodero di caucciù, che s'arrotondava, forato come un capezzolo, all'estremità: e avrebbe fatta la delizia del piccolo Macario, se le naturali conseguenze degli approcci tra le labbra e la tornita punta di caucciù non fosser sopraggiunte a sconvolgere i visceri del golosetto, costringendolo a metter da banda ogni scrupolo di pudicizia e ad esporre alla luce una nudità rosea e pienotta al pari di quella, già offerta in spettacolo dalla nutrice, ma situata nella parte diametralmente opposta del corpo.


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Il beato Macario
Romanzo mattacchione
di Pierangelo Baratono
pagine 59

   





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