- Potrò ritirarlo io stesso, purché ella si fidi!
- Mi fido. Ma ignoro il prezzo: e l'orafo vorrà esser pagato.
- Pagherò io, per suo conto.
- Purché ella si fidi!
- Mi fido. A domani, dunque.
- A domani.
Un monile così e così: ma chi impediva alla gentildonna di andare un altro giorno a ritirarlo? C'era un poco di buio, lì sotto!
Molto buio.
- Grazie, o Macario. Ella è stato veramente cortese. Dia pur qua: e si accomodi. Il tè lo preferisce col latte?
- No, niente latte (o biberone della mia infanzia!); ma non s'occupi, adesso, del tè.
- E perché s'occupa ella, dunque, della mia mano?
Un giovane, che cominci a correre, non rallenta il passo per esortazioni. E certo, nonostante il tè e i tristi ricordi d'infanzia, l'ammaestramento sarebbe stato impartito se, al primo inizio, una gagliarda spinta non avesse fatta spalancare la porta del salottino.
- Ah, traditori! E tu, vile adultera...
Ma la vile adultera era scomparsa come per incanto; e Macario scendeva già a precipizio le scale e profonde grazie volgeva alla sorte amica, che gli avea consentito di salvarsi lasciando solo un monile così e così a testimone del chiesto, se bene non ricevuto ammaestramento.
V
Se le accasate gentildonne possono riserbare qualche poco gradita sorpresa, una vedova, non vincolata ad alcuno, deve aprir l'adito non a timori, bensì a grandi speranze: specie se ella sia sovrana dispotica in una ben assettata bottega ed abbia come unico - e molto devoto - suddito un faccendiere carco d'anni e d'esperienza e di ventraglia.
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Macario Macario
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