E, tuttavia, sorgono intoppi anche sovra le strade più lisce. Con la donna dai veli vedovili l'intoppo assumeva una forma, che in ogni altra contingenza sarebbe stata fonte di inesauribili letizie: si manifestava, ovverossia, col piacevole aspetto di uno smodatissimo amore. Baci e moine e parolette tenere piovevano a iosa; e lunghe passeggiate crepuscolari, a braccetto, per i viali deserti, agevolavano quella dolce pioggia. Ma, frattanto, la pedagoga, pur mostrando di aver caro il discepolo come le pupille degli occhi, rifiutava caparbia il primo ammaestramento essenziale.
- Troppo ti amo, sospirava: e ho paura. Paura che tu mi abbandoni, comprendi? Sei giovane d'anni: e ignori che gli uomini presto si stancano e obliano. Anche tu, al pari degli altri, ti stancheresti. No! Non voglio! Non voglio!
- E, dunque...?, obiettava Macario.
- Dunque, concedimi tempo per approfondire sino a qual punto tu mi ami.
Insopportabile sembrava il ritardo all'impazienza di Macario, vergine e martire. Ma la dabben vedovella era così pronta a consolarlo con i baci e le parolette tenere e le moine! E la bottega appariva così linda e tranquilla con le sue cianfrusaglie allineate in ordine nelle vetrine e con l'attigua stanzetta immersa in soporifica penombra e col faccendiere ventruto.
Calmo era e ventruto, il faccendiere; eppure, a volte, aveva tòni di voce e gesti, che sarebbero stati consentiti soltanto a un padrone.
- Come puoi permettergli?..., chiedeva Macario durante le passeggiate crepuscolari.
- Da tanti anni è in negozio: sin dai tempi del mio consorte, pace all'anima sua!
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Macario Macario Macario
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