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      - È entrata! È qui!
      Allunga, egli, le mani, annaspando. Ma che cosa ha urtato, nel buio? Una gonfia e molliccia rotondità: simile in tutto a una pancia obesa.
      E, zampillando fulminea, una voce acre gli ferisce l'orecchio:
      - Che bravo giovane, davvero! Per questo, dunque, corteggiavi la mia padrona? Per derubarla, vuotarle la bottega? Ma griderò e farò accorrere gente: e ti svergognerò innanzi al mondo!
      Nessuno, tuttavia, fu chiamato: poi che Macario, onde sottrarsi allo scandalo, aveva compensato, con un pronto dono di polizze riscattate, l'ammaestramento, che non gli era stato impartito.
     
      VI
     
      Macario reputò, finalmente, di aver trovata la dispensatrice di farmaco nella persona di una molto soave pulzella, la quale avea mostrato subito curiosità grande e desiderio di risanar l'egro. E, tuttavia, serii ostacoli intralciavano il cammino.
      - Ho un fratello perdinotti, dedito al giuoco, ma che vigila inflessibile sopra la mia innocenza. E poi, sconfinato è il bene, che gli voglio: né potrei vederlo, con cuor leggèro, adirato.
      Scorrevano i giorni; e, ogni giorno, la fanciulla aveva un nuovo capriccio.
      - Comprami, orsù, quel nastro. Com'è civettuolo, e con quale grazia mi annoderebbe la chioma!
      - Oh, i cioccolatini al rosolio! E non sei già volato a comprarli?
      - Che gentile orlo d'oro, in quella carta da lettere. Và, dunque! Corri! Non sai che devo scrivere a tante amiche?
      Una notte, mentre i famigliari dormivano il sonno dei giusti, la pulzella cauta scese nel giardino e aiutò l'egro giovine a scavalcarne la cinta.


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Il beato Macario
Romanzo mattacchione
di Pierangelo Baratono
pagine 59

   





Macario