VIII
Dolenti meditazioni condussero, infine, Macario a discernere il proprio errore e a ravvedersi. Di fatti, anziché aprire il borsellino per un albergatore e un monile e un riscatto di polizze e un debito di giuoco e un leone, egli, sin dall'inizio, avrebbe dovuto prescegliere una pedagoga diplomata nelle amorose dottrine e porgerle il compenso segnato nelle tariffe. Presa dunque, se bene in ritardo, la più giusta risoluzione e giràti gli occhi d'attorno, il giovin egro trovò senza fatica la medichessa. E, tuttavia, lento si svolse il contratto: né Macario sarebbe riuscito a concluderlo, se non avesse mostrato il proprio peculio alla femminea diffidenza.
- Perdona, dichiarò la donna ratificando l'accordo: sono stata ingannata da tanti, che si spacciavan per cresi!
- Uomo dabbene son io: e, inoltre, schivo d'ogni scena chiassosa e d'ogni scandalo.
- Guanto per le mie dita, dunque. E giungi in buon punto per dimostrare al mio innamorato ch'io valgo ancora qualcosa.
L'innamorato doveva, certo, attendere con impazienza la prova; poiché, non concedendo neppure il tempo di trarre fiato dopo l'ascesa delle molte scale, si presentò innanzi al discepolo ed alla pedagoga e, sbrattata via questa con una spinta, s'inchinò a quello pregandolo di sedersi.
E Macario vergine e martire dovè pagare, non secondo tariffa, bensì con l'intiero peculio un ammaestramento, che nessuno gli aveva impartito.
Paragone con Gioseffo ebreo
Gioseffo ebreo, come si legge nella sua Mirabile Vita, scritta da Nepomuceno alessandrino, dimostrò maggior fermezza di propositi e più salda virtù. Difatti, tenendosi pago della propria unilaterale cultura, egli non volle mai consentire a completarla in alcun modo e, piuttosto che rinunciare a questo nobil divisamento, preferì, sfuggendo alle insidiose dita della moglie di Putifarre, rinunciare al mantello.
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