E, subito, si trovò come immerso in un oceano di luce.
Poiché, a concluder nozze, occorrono due persone, zia Sofonisba, messa a parte dei divisamenti, s'affrettò a presentare al nipote una fanciulla bionda e innocente, di cui gli occhi scrutavano ostinati la terra e le guance, a ogni parola pronunciata da un individuo di sesso opposto, s'invermigliavano nel modo più edificante. Macario esaminò la dolce creatura, poi disse:
- Le doti del corpo mi sembran preclare. Ma reca, ella, un'altra e più necessaria dote?
- Ahimè!, gemette zia Sofonisba.
- No! no!, concluse Macario. Troppo casta è la fanciulla perch'io osi turbar la sua anima. Ne avrei eterno rimorso! E come potrei, con l'inquietudine di questo rimorso, mettermi alla ricerca dell'onesto lavoro, che procacci a me ed alla mia consorte il sudato pane quotidiano?
Sfumato il primo matrimonio, Undimilla vergine tentò una seconda prova. Era, la nuova candidata, una prosperosa donna: e sembrava più acconcia a stringere nodo coniugale poiché, avendo un impiego in una solida azienda, poteva dividere a mezzo non solo le gioie, bensì anche i gravami della famiglia. E, tuttavia, Macario, dopo aver riflettuto, disse:
- Se, nonostante i sani principii e il fermo volere, io stesso mi son visto sull'orlo di una voragine di dannazione, come oserei mettere al mondo altre creature soggette al peccato? E, quand'esse nascano, mia moglie non dovrà, forse, abbandonare l'impiego per accudirle? E come riuscirò io, col rimorso di aver procreato dei peccatori, ad affrontare serenamente le fatiche, da cui la casa possa trarre il suo cibo?
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