E i vini bianchi e limpidi, avanguardie del pasto, saran seguiti da frizzanti vini color rubino. E il biondo Sciampagna, con la sua filigranata schiuma dispensatrice di gaiezza, darà termine al pranzo d'addio.
- O peccatore!, gemette Macario pallido in viso.
Poi, soggiunse:
- Ma sarà un vero scialacquo!
- E tu santifica lo scialacquo con la tua presenza, disse il convertito.
- Poiché non parteciperò alla spesa, non commetterò alcun peccato!, sentenziò Macario fra sé e sé.
E i due nuovi amici, seduti di fronte in una trattoria luminosa di stucchi aurei e di lampadarii di cristallo, cominciarono lietamente a dare il melanconico addio. Venne l'antipasto, vennero i ravioli, venne il pesce fumante; e, poi, sopraggiunse l'arrotolata carne e si avanzò l'anglica zuppa e fecero mucchio le frutta.
- Io non commetto peccato, poiché disapprovo la spesa, continuava a monologare Macario vuotando i calici d'ogni forma, ove vini d'ogni colore promettevan sollievo a ogni cruccio.
Bevve tanto, il martire, che ad un tratto - le lunghe astinenze alleandosi con la nebbiosa ebrezza - cadde in un sonno profondo.
- Signore, si chiude!
Voce gentile, ma energica, di cameriere frettoloso.
Macario balzò in piedi.
- E il mio amico?, chiese.
- E uscito da un pezzo, raccomandandomi che non disturbassimo il suo riposo.
Macario si avviò, un po' vacillante, verso la porta della trattoria.
- Scusi!, continuò il cameriere tagliandogli la strada.
- Che c'è?, domandò Macario.
C'era, ben squadernato, il conto del pranzo d'addio. Ma inutilmente Macario si frugò nelle tasche: non c'era più il portafogli.
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