- È perchè ti voglio troppo bene, figliuola.
- E perchè mi mordi, comare?
- Perchè voglio divorarti, figliuola.
La scontrosa capì d'esser caduta in un tranello e raccomandò l'anima a Dio.
Per circa due ore la stanza rimase immersa in un silenzio pauroso. Ma, ad un tratto, suonò di nuovo, debole come un soffio, la voce della scontrosa.
- Sei proprio il lupo, dunque?
- Ti rincresce?
- M'ero formata un'idea così diversa!
- Prima di giudicare bisogna provare. Ma perchè non pigli il coltellaccio e non mi tagli la gola?
- Perchè non so più dove l'abbia ficcato, - sospirò la scontrosa.
Poi chiese:
- Come sei riuscito ad entrare?
Il lupo balzò giù dal lettuccio e corse a spalancare le imposte. E la scontrosa vide davanti a sè la barbaccia nera e gli occhi di fuoco della foresta.
- Me l'hai insegnato tu stessa il modo, piccina; - disse il lupo.
E rise, facendo brillare alla luce la doppia fila dei denti.
- Dov'è la comare?, -- susurrò la scontrosa.
- È chiusa a chiave in cantina.
- Ma picchierà contro l'uscio!
- Ha le mani legate.
- Ma griderà e farà accorrere gente!
- Stai tranquilla. Le ho messo il bavaglio.
*
Da ciò s'impara che le ragazze non devono aver paura del lupo.
IL BEATO GIANNI.
Un garzone vispo ed ardito non voleva saperne di sedere sul banco di una scuola. Diceva:
- Lasciatemi correre all'aria aperta! È così bella l'erba bagnata di rugiada! Son così belli gli alberi quando il vento fa tremolare tutte le foglie! È così bello il sole con la sua polvere d'oro, che getta negli occhi degli uomini!
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Dio
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