Pagina (32/119)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Che c'entra!, - ribatteva la donna.
      - C'entra sì! Se tu non mi piacessi più, me ne andrei.
      E lì, bufera.
      - Ma il vincolo sacro?, - gridava la donna.
      - Un uomo l'ha creato e un altr'uomo può romperlo, - sentenziava lui.
      - Ma l'amore della famiglia?, - esclamava lei.
      - Bazzicherò in quelle degli altri, - brontolava lui.
      - Ma il giudizio della gente?, - singhiozzava lei.
      - Cercherò gente di giudizio, - tempestava lui.
      - Ma la legge?, - sospirava lei.
      - La legge parla di concubinaggi. Stai tranquilla che, se la scampo, nuove donne per le costole non me ne metto, - strepitava lui.
      Un'usciata. E via per i campi a digerire la collera.
      Infine, tra suoceri e nuora fu meditato un rimedio. Niente contrasti più, niente allusioni alla casa, ai figli ed all'amor pacifico. Un letto sempre morbido, una mogliettina sempre docile, un pranzo sempre succolento, una mano sempre pronta a rammendar panni e biancheria, una bocca vermiglia sempre aperta alle canzoni e alle risa, due piedini di fata sempre disposti a correre ed a saltare: ecco il dolce regime offerto allo stravagante marito.
      Il giovane, dato tutto questo po' po' di seduzioni, abbandonò sempre più raramente la casa, s'abituò a sedere a mensa nell'ore prestabilite, cominciò a considerare la moglie sotto l'aspetto di cuciniera e di massaia. Vennero i figli: e lui non fiatò. Vennero le malattie: e lui scoprì nella donna preziose doti d'infermiera. Passò il bollore del sangue: e lui comprese che si poteva anche fare tutto un sonno filato, malgrado il piagnucolìo dei bambini.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Commenti al libro delle fate
di Pierangelo Baratono
Fratelli Treves Milano
1920 pagine 119