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      Pensa oggi, ripensa domani, decise di girare in lungo e in largo la terra. Certo per via avrebbe trovato qualche anima buona, che gli insegnasse a rabbrividire, a scuotersi, a tremare. Non pretendeva gran cosa; gli bastava qualche emozioncina piccola piccola, che gli facesse capire se aveva un cuore o no.
      Viaggia di qua, viaggia di là: sembrava proprio l'ebreo errante. Vide la cupola di San Pietro, il Vesuvio, il Canal Grande, la torre di Giotto, Santa Maria della Spina. Scuoteva la testa e borbottava: Miserie! Vide un oratore che parlava col naso, un letterato che scriveva coi piedi, un ministro che ragionava col ventre, un professore che non sapeva leggere, un commerciante che non conosceva l'addizione, un generale che non poteva montare a cavallo. Scuoteva la testa e borbottava: Miserie! Vide uno scienziato che faceva il droghiere, un calzolaio che faceva il filosofo, un libero pensatore che teneva il cero nelle processioni, un prete che dirigeva i liberi pensatori, un piccolo sensale che divorava a quattro palmenti nel suo palazzo, un grande poeta che sbadigliava alla luna dalla sua soffitta. Scuoteva la testa e borbottava: Miserie! Vide gli uomini di Stato pendere dalle labbra di un giornalista, i commediografi bussare al camerino di un artista, gli scrittori inviare lettere a un editore, i litiganti correre da un avvocato, i malati chiedere un medico. Scuoteva la testa e borbottava: Miserie!
      Un giorno s'imbattè in un milionario, che lo condusse a vedere tutte le sue ricchezze.


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Commenti al libro delle fate
di Pierangelo Baratono
Fratelli Treves Milano
1920 pagine 119

   





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