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      Vada, vada, che Dio la benedica!
      Il giovane, ormai, passava pių il tempo in camera delle donne che nella propria. E finė col mettersi a pensione lė in casa anche per i pasti.
      - Che noioso!, - brontolava qualche volta la moglie del giudeo coricandosi al fianco di questo; - č sempre fra i piedi. Adesso, poi, anche a pranzo dobbiamo succiarcelo! Ma sė! Grande, grosso e villano. Non c'č pericolo che m'usi una gentilezza, mi raccolga un gomitolo o mi versi un bicchiere di vino. Tutte le sue smorfie sono per quella cara grazietta della tua figliuola!
      - Zitta! Zitta!, - rispondeva il vecchio. - Lascia che se la intendano come vogliono. Non hai ancora capita la musica?
      Saltellava fra le lenzuola scuoprendosi tutto, a rischio di buscarsi una bronchite, e soggiungeva:
      - Sarebbe un affarone! Cercavamo da anni la perla rara! Pensa: un marito che sembra cosė ricco e che non ci chiederebbe neanche la dote e penserebbe, certo, a tutte le spese dello sposalizio! Io non potrei pensarci davvero! Costano troppo quelle cerimonie.
      Poi s'addormentava e, in sogno, vedeva il giovane offrirgli un pagliericcio pieno impinguato di monete d'oro e d'argento, proprio come quello del letto matrimoniale.
      Ma un mattino, aprendo gli occhi, non si trovō pių la moglie d'accanto. Cerca di qua, cerca di lā. Poteva cercare per un pezzo. La mogliettina era volata via dalla gabbia insieme col giovane e, Dio d'Israello, aveva sventrato, prima, e vuotato a mezzo non il pagliericcio del sogno, bensė quello reale.
      Il vecchio guizzava come un'anguilla nell'olio.


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Commenti al libro delle fate
di Pierangelo Baratono
Fratelli Treves Milano
1920 pagine 119

   





Dio Dio Israello