La fanciulla si confuse, divenne di porpora, poi con un filo di voce, abbassando la testolina, disse:
- Oh, no, padroncino! Ma quando mi vengono in mente quei discorsi che vi facevo, vorrei sprofondarmi sotto terra per la vergogna. Chi sa che brutto giudizio vi sarete formato di me!
- Eh, eran frasi di ragazza inesperta. E dimostravan franchezza, almeno! Mentre le pupattole della città....
- Se potessi riacquistarmi la vostra stima....
- Che bambinuccia! Via, alzate il capo! Ecco che piange, adesso!
Due lagrime, grosse come perle, scendevano lentamente lungo le guance della fanciulla. Il giovane, questa volta, non sentì alcuna ripugnanza a toccare la graziosa afflitta e ad asciugarne il volto col proprio fazzoletto ricamato e stemmato.
Un giorno, la castellana disse al figlio:
- Quella ragazza m'inquieta. Non fa che sospirare: e poi, spesso si chiude in camera e singhiozza in modo da strappar l'anima.
Il giovane divenne pensieroso.
- Prova tu a chiederle il segreto della sua pena, - insinuò la madre.
- No, mamma; è meglio lasciarla tranquilla, - rispose lui brusco.
Ma non la lasciò punto tranquilla allorchè, origliando alla porta della sua camera, sentì che la ragazza parlava, in un appassionato soliloquio, di lui, proprio di lui, e pregava il cielo che le volesse concedere d'esser riamata o di morire: anzi, con un colpo di spalla aprì l'uscio, senza avvedersi che questo era soltanto accostato, e si gettò ai piedi della graziosa cameriera scongiurandola di diventare sua moglie.
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