- Puoi giurarlo, - rispose il giovane sollevando con uno sforzo le palpebre.
- Come fai a possederne la certezza?
- Me lo ha detto una persona autorevole.
- Non basta. Ci voglion le prove.
- Ih, quante storie! Se ti dico che è così!
Il poeta e il sonnacchioso s'avviarono, l'uno a fianco dell'altro. Il primo tentennava la testa. A un certo punto, si fermò e disse:
- Io ho letto trecentoquarantanovemiladuecentosessantasette libri. E tu?
- Neppure uno, - rispose il giovane.
Si rimisero in cammino. Ma quasi subito il poeta ristette e aprì le labbra per dire:
- Io ho scritto duemilacentododici opere. E tu?
- Neanche una riga, - rispose il giovane.
I piedi di entrambi si mossero di nuovo. Ma, ancora una volta, il poeta sostò per parlare.
- Io conosco ogni sorta di persone; ma non ne ho mai trovata una secondo il mio pensiero. Indovina mo' chi io desideri?
Il giovane gli pose fra le mani un secondo cartoncino.
- Proprio questa!, - esclamò il poeta.
E guardò il suo compagno con ammirazione.
*
Ben presto la folla seppe del prodigio. Il giovane sonnacchioso riceveva con apparente indifferenza, come legittimamente dovutigli, omaggi e lodi: ma gonfiava il petto e chiudeva le palpebre al pari di una buona gallina che stia ponzando l'uovo. E per un pezzo le cose sarebbero continuate in questo metro, se lo stesso poeta non avesse interposta la propria parola autorevole.
- Ora sei conosciuto per ciò che vali, - egli dichiarò al suo protetto; - ma non devi credere che il pubblico, alla lunga, si appaghi di circondarti di incenso.
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