Occorre che tu, di quando in quando, ribadisca la tua fama con qualche opera o azione.
- Ih, quante storie!, - borbottò il sonnacchioso.
Tuttavia, dopo aver meditato sui propri casi, si recò a visitare il direttore di una grande gazzetta.
- Sono un buon figliuolo, - gli disse curvando la schiena e cacciando un sospiro.
- È già qualcosa!, - esclamò il direttore. - Ne ho piene le tasche dei superuomini che mi circondano.
Diede un pugno sul tavolo, poi chiese:
- Naturalmente, vi riterrete forte in sintassi?
- È roba troppo indigesta, - brontolò il giovane sonnacchioso.
Il direttore si diede una fregatina di mani, poi continuò a dire:
- Tanto meglio. È un chiodo sul quale batte sempre chi ha tempo da perdere e da far perdere agli altri. Ma ho piene le tasche della gente colta.
Si rannuvolò, diede un'occhiata di traverso al giovane e soggiunse:
- Naturalmente, vi riterrete pieno di idee.
- Fan troppo ingombro nel cervello, - brontolò il sonnolento.
Il direttore sobbalzò sulla sedia.
- Siete l'araba fenice, - disse. - E capitate nel mio studio come la colomba nell'arca di Noè. Vediamo. Avete preferenze per qualche genere di lavoro?
- Per il più facile, se fosse possibile; - insinuò il giovane sonnacchioso.
- Benone! Vi assegnerò il posto di critico. Ma è necessario che diate, prima, qualche saggio di voi. Portatemi un articolo sul tale autore. E non v'intimorite, perchè son cose che anche un ragazzo può scrivere.
- Ih, quante storie!, - pensava per istrada il giovane sonnacchioso.
Ma si recò subito in una biblioteca e, dopo aver sfogliato gazzette sopra gazzette, scelse cinque o sei articoli, che facevano al caso suo, tolse una frase dall'uno, un pensiero dall'altro e, spolverizzato l'insieme con qualche errore di lingua, diede felicemente termine alla fatica d'Ercole impostagli.
| |
Ercole
|