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      Il nostro uomo contemplava intenerito queste palpabili prove di gratitudine: e non riusciva a comprendere per qual motivo i suoi conoscenti e gli stessi amici, incontrandolo per la strada, gli lanciassero occhiate furibonde e dileguassero poi frettolosi senza ricambiargli il saluto.
      Ma dovette aprir gli occhi alla veritā allorchč vide che una gazzetta, iniziando una campagna contro la sua casa di cura, lo accusava di elargire acqua per brodo ai ricoverati per ereditare rapidamente le loro vistose ricchezze. Il nostro uomo riempė un vecchio baule con gli stracci dei poveri defunti, e sospirando diede un addio per sempre alla beneficenza.
     
     
     *

     
      Addolorato, ma non vinto, egli decise di crearsi una famigliuola, che lo compensasse delle delusioni sofferte. Ormai i suoi costumi erano puri, le sue abitudini modeste, i suoi pensieri pieni di bonaria mansuetudine: nessuna ragazza avrebbe potuto, quindi, rifiutarlo come marito. Ma, che č che non č, le ragazze fuggivano, scorgendolo, nč pių nč meno che se avessero visto il diavolo. E poi, tra loro, dicevano:
      - Ecco quel brav'uomo.
      - Ih, che sanguisuga!
      - Scappa, scappa; se no, č capace di parlarti dei doveri della donna.
      - E dei diritti dell'uomo.
      - Sapete che cerca moglie?
      - Sė, per catechizzarla.
      - E farla morire di noia.
      - Piuttosto sposare un orso.
      - O un bue.
      - L'orso, almeno, puō imparare a ballare.
      - E al bue non manca nulla per diventare un marito.
      I padri prendevano a braccetto il malcapitato e gli dicevano:
      - Scommettiamo che non siete mai entrato in un teatro di varietā. E volete avvicinare le donne!


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Commenti al libro delle fate
di Pierangelo Baratono
Fratelli Treves Milano
1920 pagine 119