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Da ciò s'impara che le persone di giudizio, anche se traviate, tornano presto o tardi sul retto sentiero.
I TRE FRATELLI.
Un vecchio usuraio possedeva tre figliuoli e un magnifico smeraldo, lasciatogli in pegno e non mai ritirato da non so più quale principe indiano. I tre figliuoli, essendo superstiziosi, avrebbero compiuta qualunque fatica pur di ottenere, in compenso, il gioiello, che desideravano non tanto per il suo prezzo, quanto perchè, secondo le credenze, apportatore di felicità. Il vecchio, che dal suo lato non voleva disfarsi della pietra verdognola, anzi la teneva gelosamente chiusa e sigillata entro un piccolo scrigno, ma, d'altra parte, non sapeva quali ragioni opporre alle sempre più insistenti domande, chiamati a sè i figliuoli così parlò:
- Andate a girare pel mondo e procurate d'apprendere ciò che gli uomini hanno maggior necessità di conoscere. A quello di voi che fra un anno giusto dimostri di aver meglio utilizzato il suo tempo, regalerò lo smeraldo.
I tre giovani accolsero con gioia la proposta e, preparate in fretta e furia le valigie, s'avviarono, ciascuno per proprio conto, alla ricerca di monna Sapienza.
In capo ad un anno, il vecchio se li vide ricomparire dinanzi.
- Che cosa hai imparato?, - domandò al più anziano dei figli.
- Padre, ho imparato quanto si deve sapere per poter appagare tutti i bisogni. Ho spremuto l'uva nei tini, falciato il grano nei campi, impastato la farina nei forni, sgozzato gli agnelli nelle beccherie, tessuto la lana nelle fabbriche, tagliato abiti nelle sartorie, ammannito pietanze nelle cucine.
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Sapienza
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