Pagina (82/119)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Il vecchio alzò le spalle, poi chiese al secondo figliuolo:
      - E tu, quali imprese hai compiute?
      - Padre, ho seguito i passi del mio fratello maggiore. Gli animali, che si salvarono dai suoi colpi, furono da me avvicinati: vinti dal mio sguardo imperioso, i leoni entrarono nelle gabbie dei baracconi da fiera, i condor piegarono il collo impellicciato beccando il cibo sulla mia mano, i coccodrilli si immersero nelle vasche dei giardini zoologici e i pescicani si lasciaron pigliare dagli arpioni dei marinai. Anch'io fui assalito da tre uomini: e, dopo mezz'ora di colloquio, essi mi invitarono a bere. Anch'io visitai una contrada, popolata di briganti: e in un giorno e una notte li convinsi ad inscriversi nell'esercito della salute. Entrai nelle città: e, al suono delle mie parole, i rivoluzionari corsero a confessarsi, le femministe ripresero la conocchia. Mi coricai nella stanza degli spiriti: e questi mi promisero e giurarono di non molestare più neanche una mosca. Infine, divenni ministro di quel monarca, a cui mio fratello aveva procacciata la vittoria, e lo indussi non solo a riconoscere i diritti delle nazioni vicine, ma a ceder loro altre terre.
      Tacque e chinò il volto prematuramente rugoso.
      Il vecchio si soffiò il naso per nascondere una crucciata contrazione della bocca, poi domandò al terzo figliuolo:
      - E tu, quali imprese hai compiute?
      Il giovane cavò di tasca lo scrigno dello smeraldo e lo porse all'usuraio sbalordito.
      - Padre, - disse, - da un anno ti ho sottratta la pietra preziosa: e sono qui di nuovo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Commenti al libro delle fate
di Pierangelo Baratono
Fratelli Treves Milano
1920 pagine 119