Sovente essa volgeva verso il giovane uno sguardo di muta interrogazione, poi apriva la bocca come se stesse lì lì per spiegarsi; ma subito la richiudeva e s'allontanava meditabonda.
Un giorno i due cugini sedevano dietro un cespuglio di rose, al riparo da ogni orecchio od occhio indiscreto.
Il poeta chiese pel primo:
- Che cosa ti frulla per la mente da un pezzo a questa parte?
La bella melensa chinò il capo, guardando il cugino di sotto in su.
- Vorrei dirtelo, - rispose; - ma temo che tu non mi capisca.
- Signora genio incompreso!
- Signor genio ignorato!
- Insomma, sai che c'è? Tienti ben chiuso il tuo enigma; e buona notte.
Il giovane fece il gesto di alzarsi. Ma la bella melensa lo trattenne per una manica.
- Bada ch'è una domanda seria, - dichiarò.
- Sentiamo.
- Ecco. Devi dirmi se gli uomini sono tutti uguali.
Il cugino rise.
- Ma che uguali!, - ribattè irrigidendo il collo. - C'è la gente del volgo, che vive terra terra e pensa solo a sgobbare e a mangiare; ci sono i borghesi che qualche volta guardano verso le stelle, ma dopo aver sbrigato le loro faccende e digerita la cena; e poi ci sono i poeti, che....
La bella melensa lo interruppe.
- Vedi che non capisci? Io alludevo al fisico.
Il cugino spalancò la bocca.
- Chiudila, se no t'entran le mosche, - suggerì la bella melensa: - e poi, medita la mia domanda e sappimi dire qualcosa. Ripasserò fra un mesetto.
- Ma.... ma....
- Non c'è ma che tenga. Il tuo naso non appare mica simile a quello d'un altro. Anche nel resto ci devon essere differenze.
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