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      La moglie ereditò, e si preparò a dedicare ai passatempi le sue immense ricchezze.
     
     
     *

     
      Da ciò s'impara che i mariti non devono mai pretender l'impossibile.
     
      MASTRO LESINA.
     
      Un ometto alto un palmo, ma ricco di quattrini e di buoni propositi, stabilì di dedicare gli uni e gli altri alla stampa di libri. Egli ragionava in questo modo:
      - Le vetrine dei librai rigurgitano sempre di volumi. Da ogni parte si pubblica, da ogni parte si espone: da ogni parte, dunque, si vende e si guadagna. Se non ci fosse guadagno, nessuno penserebbe a divenir stampatore o libraio.
      Un altro ragionamento preferito era il seguente:
      - Ogni generazione di uomini possiede un certo numero di scrittori, i quali oggi fabbricano le loro fantasie per solo uso e consumo del micio di casa o degli alberi della strada, ma domani affronteranno il giudizio altrui, procurando a sè gloria e quattrini ai loro stampatori. Dunque, se riesco a snidarli, acquisterò in pari tempo e di colpo reputazione e denari.
      Armato di così generose intenzioni, il nostro ometto aprì una stamperia e restò in attesa degli eventi.
      Quasi subito gli capitò fra le mani un lavoro, scritto con inchiostro roseo sovra carta granulosa, tagliata in ampi fogli quadrati. Lo stampatore inforcò gli occhiali, lesse lo scartafaccio dalla prima parola all'ultima, poi lo restituì dichiarando:
      - Ho un sacco d'impegni, che mi vincoleranno per una diecina d'anni, o giù di lì. Ripassi.
      Ma fra se e sè monologava:
      - Accidenti! Starei fresco se cominciassi con un'opera simile.


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Commenti al libro delle fate
di Pierangelo Baratono
Fratelli Treves Milano
1920 pagine 119