L'uomo resistè ancora un poco. Ma alle sue risate rispondeva solo l'eco delle pareti e alle sue insistenze per veder la ragazza si opponeva sempre un categorico: Dorme.
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Un mattino, la soglia del palazzo fu varcata da un giovane male in arnese.
- Dove vai?, - gli domandò il portinaio.
- Dove voglio, - rispose quello.
E, cacciato fuori un palmo di lingua, s'arrampicò di corsa su per le scale. In anticamera gli fu ostruito il passo da una vispa servetta.
- Chi cercate, amico?
- Cercavo te, - replicò l'intruso.
E, passatole un braccio intorno ai fianchi, scoccò due bacioni sulle guance fresche e pienotte.
Il giovane non era bello, ma possedeva due occhi di fuoco e certi gesti ai quali nessuno avrebbe potuto resistere.
La forosetta rise, gli diede uno schiaffo, ma leggero leggero, e lo lasciò passare.
Le prime sale erano occupate da domestici, che chiacchieravano fra loro, comodamente seduti o distesi sopra divani.
Il giovane li redarguì.
- Occupatevi della pulizia, invece di perdere il tempo.
Tutti zittirono e, balzati in piedi, corsero ad afferrare chi una scopa e chi uno strofinaccio. Lavoravano con tanto ardore, che ben presto scomparvero entro nembi di polvere.
Il giovane, proseguendo di stanza in stanza, diede infine del naso contro una vecchia governante.
- Ohè! Ohè!, - l'interpellò questa; - perchè correte con tanta furia?
- Non ci badate. È una mia abitudine. Pensate piuttosto ai vostri amorosi, chè, simpatica come siete, dovete averne a dozzine.
La vecchia agitò il collo come un passerotto in mezzo alle fronde.
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Dorme
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