Quando tutti furono a dormire, il poliziotto prese una palla di creta morbida, s'introdusse cauto nella camera di sinistra, avanzò al buio verso il letto, trovò brancolando una mano, che penzolava fuori dalla sponda, insinuò la palla di creta fra quelle cinque dita e strinse leggermente la mano.
- Finalmente, sei mia!, - disse pensando all'impronta digitale.
- Non ancora, libertino sfacciato!, - urlò in risposta, dall'altra parte del letto, una voce.
Il poliziotto potè svignarsela senza esser riconosciuto: ma ci rimise la palla di creta e giusto due ciuffi di capelli, uno per sposino.
Il primo mariuolo, all'alba, scomparve. Ma sopraggiunse il secondo, ottenne la stanza di faccia a quella del poliziotto, gironzolò, annusò in ogni angolo e si comportò così bene, che diede nell'occhio al volpone. Subito il poliziotto scrisse sul proprio taccuino la circonferenza approssimativa dei bottoni del mariuolo, la lunghezza dei suoi passi e il numero dei suoi sospiri, e poi corse a chiudersi in camera per meditare sopra le annotazioni. Non potè accorgersi, quindi, che il mariuolo aveva chiamati misteriosamente i camerieri e diceva loro:
- Ho una paura tremenda dei ladri. Se veglierete, con dei buoni randelli, accanto alla mia porta, domani avrete la mancia.
Quando tutti furono a dormire, il poliziotto prese una lanterna cieca, uscì dalla propria stanza, s'avanzò nel buio verso quella di faccia, si piegò, aprì il lanternino e afferrò le scarpe, lasciate fuor della soglia.
- Finalmente, siete mie!, - disse pensando alle impronte.
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