La collaborazione in una rassegna di Filadelfia aumenta la tiratura di questa da ottomila a cinquantamila copie. Infine, il poema Il corvo rende celebre, di colpo, Edgar Poe e lo fa diventare, per qualche tempo, l'autore preferito e vezzeggiato della società new-yorkese.
Nonostante tutto ciò, Poe è messo alla porta dalla rassegna, che a lui doveva il miracoloso sviluppo, e sostituito, per colmo di scherno, dal bieco pennaiolo Rufus W. Griswold. E l'altra rassegna, quella, ch'egli vorrebbe fondare, vagheggiata da anni come un gran sogno da tradurre in realtà, non trova appoggi, se non letterarii. E i volumi di Poe non si vendono. E le sue conferenze raccolgono solo un pubblico incuriosito dalla bizzarra esistenza e nomea dell'oratore; e fruttano, allo stringer dei conti, molte amarezze, ma ben poco denaro. Ah, poeta incorreggibile, che ti ostini a parlare di poesia e di cosmogonia a una folla d'uomini d'affari!
Anche la speranza di un impiego governativo dilegua con la rapidità, con cui è sorta. Quale e quanta speranza! "Ciò, ch'ella mi dice dell'impiego nelle dogane", scrive Poe a un patrocinatore, "mi rimette in vita. Nulla potrebbe corrispondere meglio ai miei desiderii. Se riuscissi a ottenere un simile posto, sarei in grado di condurre a termine tutti i miei ambiziosi progetti. Esso mi libererebbe da ogni preoccupazione per i mezzi d'esistenza e mi darebbe il tempo di pensare, cioè di agire." Ingenuamente, egli crede che le persone, con le quali deve mettersi a contatto per sollecitare l'impiego, siano illuminate dal criterio superiore, indispensabile a vagliare le azioni altrui e a far indulgere ai difetti, se compensati da pregi.
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Edgar Poe
di Pierangelo Baratono
Formiggini Editore 1924
pagine 58 |
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