E il poeta, gravemente ammalato, non può opporsi all'iniziativa di una sottoscrizione pubblica, che lenisca la sua estrema miseria, nè difendersi da invidi avversarii, lieti di coglier la stupenda occasione per cuoprire di ingiurie un uomo di genio.
Guarito, Poe volge gli occhi d'attorno onde cercare un appoggio, un conforto. È rimasto così solo, nel mondo! Ed è circondato da tanti livori, da tanti odii! Solo le donne scrittrici lo guardano con simpatia. La sua natura cavalleresca e romantica non dettò articoli elogiativi per le loro opere? Una, in particolar modo, gli rivolge il sorriso promettitore dei conforti spirituali, di cui il tormentato poeta ha così grande bisogno! Si chiama Sarah Whitman, è vedova, vive eccentricamente e scrive versi. Una letterata puro sangue! Che soave umiltà, nelle sue prime lettere a Poe: "Benchè il mio rispetto per la vostra intelligenza e la mia ammirazione per il vostro genio m'inducano a sentirmi, in vostra presenza, una bimba, saprete certo che sono molto più anziana di voi." Ma qualcuno, nell'ombra, vigila perchè il poeta non ottenga sollievo ai tristi ricordi e al doloroso isolamento; qualcuno scrive a Griswold: "Conosci Sarah Elena Whitman? Certo, avrai notizia del suo prossimo matrimonio con Poe. Mi è sembrata una brava donna: e tu sai bene chi è Poe... Capisco che una vedova di età matura sposerebbe non importa chi, purchè non fosse un negro... La signora Whitman non ha amici, che sian conosciuti arche da te e che possano chiaramente spiegarle il fenomeno Poe?
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Edgar Poe
di Pierangelo Baratono
Formiggini Editore 1924
pagine 58 |
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