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      Perchè, questo? Ecco. Sotto la mia finestra, una sera, è passato, cantando, un gruppo di avvinazzati. Cantavano tutti, con molta foga, convinti di possedere, nella gola, un tesoro: ma le voci eran rauche, i versi sbagliati e le stonature continue. D'improvviso, gli ubriachi tacquero. Dall'ombre del viale, un'altra voce, solitaria, si sviluppava in un canto pieno di dolcezza e di musicalità vera. Gli ubriachi, per qualche minuto, ascoltarono, quasi sopraffatti dallo sbalordimento: poi, non volendo tollerare più oltre l'ingiuria, con fischi, beffe e risate soffocarono quella voce proterva, che aveva osato interrompere la loro melopea di Zulù. Ugual cosa accade in ogni manifestazione della vita. I passerotti, riuniti in crocchio pettegolo tra le fronde degli alberi, seguono con sguardo sprezzante l'altissimo volo dell'aquila; e le lumache, drizzando le lor viscide corna, inturgidite come i bargigli di un galletto iroso, ridono a crepapancia delle corse folli dei cervi. Non c'è proprio niente da fare! La mediocrità ama la mediocrità e scrolla le spalle innanzi alle creature d'eccezione, non tanto perchè offesa dalla loro superiorità, quanto perchè non riesce a comprenderle. Nell'esistenza quotidiana, l'uomo generoso e pensoso è irremissibilmente travolto dalla bituminosa marea degli egoismi e del vaniloquio: e, nel mondo dell'arte, l'uomo di genio, per raggiungere la vittoria, deve lottare molto più a lungo e ben più duramente dell'uomo semplicemente d'ingegno. Perchè i savii dovrebbero aiutare un pazzo ad aprire, nelle boscaglie, un sentiero nuovo, mentre c'è la strada maestra ampia, comoda e soleggiata?


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Edgar Poe
di Pierangelo Baratono
Formiggini Editore
1924 pagine 58

   





Zulù