Parte prima
La Signorina Scarpette
I
Nel labirinto dei vicoli
Esiste in Genova un misterioso quartiere, ove l'ombra e il tanfo della miseria pare si siano raccolti a condensare in un punto solo tutte le ripugnanti manifestazioni delle umane sventure. Esso si estende sovra una collina, che come un'escrescenza malata domina via Madre di Dio e va a terminare su via Ravecca e nel piano di Sant'Andrea. Pare che l'opera industre dell'uomo abbia edificato quel gruppo malsano di case a bella posta per rendere più forte il contrasto tra il luridume della più tenebrosa miseria e la piacevole appariscenza dell'agiatezza, quale si può ammirare sul vicino e salubre colle di Carignano. Da una parte le tenebre e la nausea della sporcizia, dall'altra il sole e il profumo dei fioriti giardini. La natura vive, appunto, di questi contrasti. Allorché essa ha raffigurata una cosa bella, le pone a fianco il pantano, quasi per fare apprezzare maggiormente la prima e fors'anche per un suo bisogno o bizzarro capriccio, che le impone di sfogare le insane perversioni, che, in fondo, si trovano diffuse ovunque, negli uomini come nelle cose.
Un viandante, che si appoggiasse al parapetto di via Fieschi, di tutto il quartiere popolare sopra accennato non potrebbe scorgere se non una massa confusa di case, di aspetto irregolare, tagliate nei modi più disparati e bizzarri, ad angoli, a punte, appiccicate una all'altra e tempestate di finestrelle e di buchi. Di giorno l'insieme ha un colore terreo, che neanche la viva luce del sole può dissipare o schiarire.
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