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      Di giorno qualche viandante curioso si avventura per quei paraggi. Occorre, però, che egli prenda le sue precauzioni contro l'alto e contro il basso, cioè che cammini con gli occhi volti in su e a passi lenti. Infatti, lunghe file di panni sporchi, tesi da finestra a finestra, lasciano ancora colare un'acqua impregnata di polvere e di sudiciume; inoltre, sul lastrico, da una parte si ammucchiano le immondizie a ingombrare, talvolta, anche le porte delle abitazioni. Il pericolo, in simili quartieri, è dovunque. Ogni sconquassata finestra, ogni abbaino, ogni buco praticato nel muro possono, da un istante all'altro, spiovere sul malcapitato i resti di pranzi poco luculliani, ma in compenso molto oleosi. La cosa diventa più grave dopo cena, nell'ora in cui anche i miserabili si permettono di fumare due o tre pipate di tabacco, fabbricato coi mozziconi di sigaro raccolti per le strade. Allora, da ogni apertura di quei muri sporchi e densi d'ombra, sporgono teste di vecchi, di giovani, di donnacce grasse e disfatte o di ragazze coi capelli unti e il viso largo e arrossato.
      Tutte quelle bocche fumano e sputano, con un ammirabile disprezzo per i passanti, le loro nere insalivazioni sul lastrico dei vicoletti. E poi, da una finestra all'altra si annodano conversazioni, si ride rumorosamente, con una specie di beatitudine momentanea e di incoscienza della miseria. Di più, da una parte all'altra della strada le teste, sporgendosi dai davanzali, si toccano quasi, le braccia si agitano in aria, si stendono, si afferrano reciprocamente in giuochi grossolani, in dispetti brutali.


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280