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      Hanno la parola arrogante, gli occhi freddi ed audaci, la volgarità più assoluta del gesto e del discorso. Tuttavia piacciono ai maschi, poichè sanno carezzare e graffiare ad un tempo, portano vesti multicolori, grandi cappelli piumati e conoscono a fondo l'arte di sfruttare la sessualità, che, del resto, trionfa in quelle mefitiche sale, ove senti commisti l'odore delle pietanze, del sudore e della carne di donna.
      Anche fra quelle prostitute dell'ultima ora esistono le eccezioni, ma rarissime.
      Non c'è bontà di cuore, nè raffinatezza di spirito che possano resistere contro una continua abitudine del commercio clandestino di piacere. Perciò, anche le creature meno atte a considerare la vita come un mestiere e il proprio corpo come una mercanzia, a poco a poco si lasciano vincere dalla facilità di conquista e di rapina, che loro offrono i maschi.
      Di costoro, a colpo d'occhio, si distinguono tre categorie, e cioè quella dei mezzani, dei gaudenti e dei curiosi.
      Gli uomini, che vivono del commercio femminile, hanno tutti un'impronta comune, la sfrontatezza del viso, ben coadiuvata, in generale, da un rispettabile sviluppo di torace e di muscoli, e il vagabondaggio.
      Infatti, essi imitano le donne, poichè girano come quelle di continuo da un tavolo ad un altro, con la differenza che essi non mangiano, limitandosi ad accettare qualche bicchiere di vino, mentre le prostitute, ad ogni nuovo posto che occupano, ordinano una nuova pietanza.
      I mezzani poi, o si ritirano discretamente aspettando, sotto le finestre della donna, che l'avventore abbia sloggiato, o si danno attorno per organizzare qualche nuova baldoria onde adescare i malcapitati a una scarrozzata sino alla stazione, che procuri alle mercantesse di carne un'avventura lucrosa e ad essi una percentuale, che talvolta si estende alla intiera somma.


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280