La corruzione contemporanea, che ha per sua principale manifestazione la caccia senza tregua e senza scelta, alla donna, si è insinuata nelle loro vene, dando loro la febbre di una voluttà che, se anche si offre facile e lusinghiera, viene scontata col sacrificio della propria persona e della propria intelligenza. Il morbo, ormai, si è infiltrato dovunque; esso ha steso le sue ali sovra tutti quei ritrovi, ove predomina l'odore di femmina non sana, forse appunto perchè la perversione dei sensi richiede, per sfogarsi, un terreno già putrido. Quell'esercito di serve, cameriere, operaie, sfuggite al lavoro per venire ad oziare in ambienti ben poco ad esse consoni e per vivere alle spalle dei borghesi e dei marinai, copre Genova con una fitta rete di lascivia e di astuzie. Esso è dovunque, e specialmente negli ospedali, ai quali fa una visita periodica, nei caffè-concerto tra il puzzo delle pipe e lo stridere di un'orchestrina minuscola, nei ristoranti notturni, per le strade a battere il selciato con rapidi passi e a percorrere su e giù un marciapiede sino all'incontro di qualche nuovo o vecchio avventore.
Ma al «Catenaccio» si riversa quasi completamente, dopo mezzanotte, il battaglione delle gonnelle ad apportarvi il tanfo della carne sudata e delle bocche, esperte ai lavori più raffinati. Lì è il suo regno, lo scettro del quale è la dabbenaggine degli uomini, che intessono anche un manto regale con la loro lussuria di bruti. Un individuo, che si avventuri verso le due di notte in quell'ambiente, rimane subito colpito dal caldo dell'atmosfera e dal chiasso delle voci e dal turbinio delle vesti smaglianti e delle sottane a trama d'argento falso, che svolazzano da ogni parte.
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Genova
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