I discorsi, interrotti dall'arrivo dei due, vennero ripresi dalla comitiva tra le risate e gli sguardi languidi, che tutti, di quando in quando, volgevano alla signorina Scarpette. Adriano De Sorenny fu il primo a ricordarsi dell'importanza misteriosa, che assumeva per ognuno la presenza della ragazza. Perciò con la sua voce chioccia e con l'accento leggermente straniero, si rivolse a costei, pregandola di volerli mettere a parte tutti del suo segreto.
In tal modo cominciarono le sedute del Circolo, durante le quali la signorina Scarpette narrò la sua storia e che dovevano avere, in seguito, il tragico scioglimento, che narreremo. Per cinque notti quei giovani spensierati si trasformarono in attenti uditori, sforzando il loro cervello a seguir la narrazione movimentata e emozionante di quella strana creatura.
La signorina Scarpette era nata a bordo di un bastimento inglese, che si trovava a quell'epoca, nelle acque del golfo di Lione. Essa si chiamava veramente Augusta Brendel ed era figlia di un negoziante inglese e di una sarta italiana, che si era fatta sposare a forza di astuzie e di raggiri. Prima di Augusta, la coppia aveva già avuta una bambina, esposta appena nata in un ospizio di orfanelle. La famiglia si recava nel principato di Monaco, ove il padre aveva fondato uno stabilimento di stoffe, dal quale si riprometteva molto guadagno. Della sua infanzia Augusta ricordava poco. Aveva conservato soltanto l'immagine di una casetta, posta in riva al mare, ove essa viveva in compagnia della madre, vedendo raramente il padre, il quale, del resto, quando veniva trascorreva il breve tempo del suo soggiorno in continui litigi con la moglie.
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