Le sue manine gentili contrastavano un poco con quel viso arrogante e bestiale.
Tuttavia, Augusta rispose cortesemente:
— Ella ha sbagliato strada. Bisogna che torni sui suoi passi e che prenda una scorciatoia, a un centinaio di metri da qui.
— Ahimè, signorina; sono nuovo del paese e avrei paura di non trovare la via. Vedo che ella è avviata alla volta di Camogli. Vorrebbe usarmi la cortesia di accettare la mia presenza fino alla scorciatoia che mi ha indicata?
Augusta ebbe un momento di esitazione. Pure, innanzi alle parole garbate dello sconosciuto non potè sottrarsi all'invito. Accettò e si pose a camminare un po' in fretta, allato allo strano individuo. Costui la esaminava curiosamente e con una certa insistenza, che, in una creatura più esperta delle passioni umane, avrebbe generato il sospetto. Ma Augusta procedeva tranquilla, attribuendo gli sguardi dello straniero alla naturale curiosità, che è in ogni uomo innanzi a una bella fanciulla.
— Perdoni ancora, signorina, chiese ad un tratto l'incognito. Ella è di queste parti?
— Si, signore.
— Abiterà con la famiglia, probabilmente.
Augusta lo guardò, sorpresa. Avrebbe voluto rispondere con un'impertinenza. Ma lo sconosciuto aveva assunto un volto indifferente, ove un occhio anche esperto avrebbe potuto leggere soltanto il desiderio di passare il tempo con qualche discorso.
— Sì, signore, si decise a rispondere la fanciulla. Abito con mia madre, Sofia Brendel.
L'incognito ebbe un rapido sussulto.
— Sofia Brendel, ha detto?, interrogò ansiosamente.
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