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      Giunsero alla villetta. La signora Sofia era seduta nella sua poltrona, accanto alla finestra. I suoi pensieri la assorbivano tanto, da impedirle di porre attenzione ai due, che si avanzavano lungo il viale. Solo quando Augusta le fu vicina, essa si riscosse.
      — Mamma c'è qui una tua antica conoscenza, che ha voluto vederti. Il signor Dario Cerruti.
      L'uomo s'era avanzato, intanto, e sorrideva. Alla sua vista la signora Sofia divenne bianca in volto e si gettò indietro sulla spalliera della poltrona.
      — Signora Sofia, mi permette di presentarle i miei omaggi?
      Augusta guardava meravigliata la mamma, che dimostrava una specie di terrore innanzi al nuovo arrivato. Tuttavia, la signora Sofia si rimise dal suo turbamento e stesa la mano, un poco tremante, al Cerruti mormorò:
      — Ella non poteva farmi cosa più grata di questa sua visita. Poi si volse alla figlia e le fece un gesto imperioso, dicendo: — Augusta, lasciami sola col signore. Dobbiamo parlare insieme di molte cose.
      Augusta ubbidì, un po' a malincuore. Sull'uscio si volse ancora indietro e scorse la mamma che, a capo chino, si teneva dritta innanzi a quell'uomo. Dario Cerruti, tranquillo e con le braccia incrociate sul petto, la rimirava con un sorriso sprezzante.
     
      XI
     
      Amore, dolore
     
      Con grande meraviglia di Augusta quell'uomo si insediò nella villetta, come un padrone, pranzando con le due donne e abbandonando la casa soltanto per recarsi a dormire nel vicino albergo di Ruta. Il domani dell'incontro di Augusta col Cerruti, la signora Sofia disse alla fanciulla:


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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