— Sai, Augusta. Il signor Cerruti ha voluto sacrificarsi un poco per tenerci compagnia. Egli rimarrà a Ruta sino al ritorno di Maglino. Spero che sarai contenta. È un uomo di spirito, che saprà farti dimenticare la tua malinconia.
C'era qualcosa di doloroso e di rassegnato nella voce della mamma. Augusta chinò il capo e si promise di evitare la presenza del Cerruti il più che le fosse possibile.
Tuttavia, l'intimità forzata e la piacevole conversazione di quello strano individuo finirono con l'accostumarla alla sua persona e col rendergliela simpatica.
La stessa espressione selvaggia di quella bocca e di quegli occhi suggestionanti passò al suo sguardo come il segno di una superiorità d'animo e fors'anche di grandi dolori, spersi nell'ombre del passato. Il Cerruti si mostrava sempre più garbato e premuroso con la fanciulla; a volte, anzi, la corteggiava alla sua maniera, senza pose, ma con molta passione, cogliendo, però, i momenti, nei quali la signora Sofia era assente. Dopo una settimana Augusta e il Cerruti erano intimi e scherzavano insieme recandosi a passeggiare per quei paesi come un tempo la fanciulla avea fatto col sarto.
Il volto di Dario Cerruti, in quelle occasioni assumeva un aspetto triste e sconsolato, che interessava Augusta e la poneva in grande curiosità di conoscere i motivi di quel dolore nascosto. La signora Sofia li lasciava soli e liberi, quanto volevano, mostrando sempre una mal celata ripugnanza innanzi a quell'uomo.
Un giorno, in cui Dario Cerruti passeggiava a traverso la pineta, che sovrasta il paese di Ruta sostenendo i passi della fanciulla, che ad ogni momento minacciava di scivolare su quel denso strato di foglie secche, che ricopriva il terreno, egli si lasciò cadere a un tratto ai piedi di un pino e si pose a piangere.
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