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      La fanciulla non seppe mai spiegarsi come, prima di tornare a casa, essa si lasciò baciare dal Cerruti.
      Il domani costui, fidandosi più sulla ingenuità di Augusta che sui propri mezzi, la circuì con la più sapiente seduzione, or sommuovendola con la tristezza dei suoi sguardi, ed ora rallegrandola e disponendola all'amore col giuoco delle frasi e con la malizia dell'adulazione.
      Bastarono pochi giorni per far cedere la fanciulla, che quell'uomo riuscì, infine, a possedere selvaggiamente, nel silenzio dei boschi e fra l'incosciente complicità della natura.
      Egli affondò le sue dita adunche in quelle carni sane, gioì di quella verginità, che gli si donava interamente, e riuscì, con la raffinatezza delle sue arti, a inspirare in quel giovane cuore una rapida e profonda passione.
      Pochi giorni prima, che trascorresse il mese concesso dal Maglino ad Augusta per una decisione, il Cerruti disse alla fanciulla:
      — Amor mio, fra poco dovremo lasciarci e forse per molto tempo. Io non posso attendere qui il ritorno del Maglino, che mi odia a morte per un'ingiusta causa. Non so neanche quando potrò piegare quel pazzo alla nostra volontà e strappargli il consenso alla nostra unione. Pure, se tu veramente mi amassi, potresti render felice questo tuo schiavo e forse fin da domani.
      — E come, Dario? Io darei la mia vita per un tuo sorriso. Se potessi, abbandonerei ogni cosa per seguirti. Ma non devo dar questo grande dolore a mia madre e a Gianni.
      — Oh, tua madre non sarebbe certo molto addolorata. Ma non importa.


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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