Ridivenne amabile a scatti, rese più frequenti le sue visite, raccomandò alla cameriera di sorvegliare la ragazza e di porgerle quanti soccorsi le sarebbero abbisognati. Dopo sei mesi Augusta partorì una bambina con l'aiuto di Dario, della cameriera e di un dottore, portatole in casa all'ultimo momento dal Cerruti. La neonata venne portata via da costui, che promise ad Augusta di affidarla ad una buona balia. La povera ragazza non voleva abbandonare la sua creatura; ma nello stato di debolezza, in cui si trovava, non potè opporsi a lungo agli ordini del Cerruti. Il misterioso dottore, che la aveva aiutata nel parto, tornò a visitarla ancora tre o quattro volte; poi, vistala fuori d'ogni pericolo, scomparve. Di lui rimase nella mente di Augusta un vago ricordo. Era un uomo di poche parole, dotato dalla natura di un corpo lungo e magro, di un volto cadaverico e di un paio d'occhi spiritati, che crescevano a fior di pelle come due fiori bizzarri.
Dario aveva dichiarato alla sua amante che la bambina si trovava fuori di Genova, in casa di contadini fidati e amorevoli. Tuttavia, dopo qualche mese di relativa concordia fra i due, Augusta cominciò ad insistere per rivedere la figlia. Sulle prime il Cerruti si rifiutò dolcemente, poi cominciò ad adirarsi. In fine, un giorno, lasciò sfuggirsi di bocca:
— Sai? La tua bastarda è in posto, dal quale non tornerà più!
— Me l'hai ammazzata?, urlò Augusta.
— No, no. Soltanto, non volevo mantenere la roba degli altri e ho fatto in modo da non sentir più parlare di quella bambina.
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