L'aria complimentosa della donna dispiacque ad Augusta. Tuttavia, costei tacque, non sapendo ancora quali malizie le avesse teso il Sergenti.
— La mia casa, continuò la signora, è la migliore di Genova. Essa nulla ha da invidiare a qualsiasi altra per segretezza, precisione e bontà di trattamento. Del resto, ella stessa, cara piccina, potrà convincersi di ciò in seguito se, come spero, vorrà onorarmi a lungo con la sua presenza. Noi vivremo in famiglia con mio marito e con tre altre ragazze, tutte maggiori di lei per età, ma birichine e turbolente all'eccesso. Ella, che mi par una fanciulla seria e composta potrà forse frenare un poco le sue future compagne, facendo, in tal modo, cosa gratissima a me ed a qualcun altro. Io mi chiamo Tilde Speri. Mi sembra inutile aggiungere ch'Ella, qui e fuori, deve passare per maggiorenne. Quanto al suo nome, se vuole, potremo cambiarlo.
— No, no, proruppe la ragazza; desidero conservare il mio vero nome.
— Come crede. Ed ora, venga ad impossessarsi della sua nuova camera.
Augusta non comprendeva ancor bene quale parte giocasse in quella commedia. Tuttavia aveva già indovinata a mezzo la verità ed era pronta a sottomettervisi.
Ormai, ogni suo sentimento era rivolto a uno scopo, la ricerca della figlia. Purchè potesse guadagnare denari e crearsi, in seguito, una posizione relativamente indipendente, essa avrebbe acconsentito ad ogni cosa. Le sue illusioni le dipingevano, per ora, un avvenire felice. Non più schiava dell'odio e dei capricci di Dario, provava una grande gioia nel pensare che avrebbe trovato amiche, con cui parlare, e una protettrice, che, sebbene sembrasse all'aspetto scaltra e sdolcinata, pure le dava troppi segni di simpatia perchè la fanciulla potesse dubitare delle sue buone intenzioni.
| |
Augusta Sergenti Genova Tilde Speri Dario
|