La presenterò a lui come una nuova arrivata e la farò entrare, per forza o per ragione, nelle buone grazie di quell'orso.
Enrico Verdugos acconsentì volentieri al patto e lasciò che i due si avviassero verso vico Casana, promettendo di attenderli in casa. Augusta, condotta dal Bruni, si trovò in presenza di un omaccione dal viso pletorico, che, udita la proposta, la squadrò dal capo alle piante, poi lasciò sfuggire un grugnito di soddisfazione.
— Volete cantare? Sta bene. Vedremo di servirvi a dovere. Il fisico lo avete; pel resto, poco importa. Domani scade la quindicina; ripresentatevi.
Voltò le spalle ai due e si ecclissò dal buffet.
Augusta venne scritturata il domani per quindici sere a un prezzo modico, ma sufficiente per la sua vanità di principiante. Erano quelli i primi quattrini, ch'essa guadagnava veramente e le sembrava dovessero formare in breve un capitale.
Tornò a casa quasi correndo. Nel salotto trovò il Verdugos e Bettina, che discorrevano animatamente, vicini uno all'altro. Al suo apparire si scostarono e parvero confusi. Ma Augusta, nella sua allegria, non si accorse di nulla. Soltanto, al dipartirsi di Bettina, essa credette di scorgere sul volto di lei un lieve turbamento e un impaccio, che in altro momento la avrebbero assai meravigliata.
La sera dopo avvenne il suo debutto. Si era fatto tagliare un abito bellissimo, in verde cupo, filettato d'oro e terminante al fondo della sottana, in un doppio giro di pizzi finissimi.
Il corpetto era molto scollato e lasciava vedere i contorni netti e saldi del seno.
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