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      — Paolo?, chiese Augusta; ma no; è Dario.
      — Non importa il nome, che può aver cambiato, la assicurò il Perroni. A noi occorre vedere l'uomo per poterci assicurare della sua identità.
      — Anche questo è facilissimo, borbottò Storno. Pipita mi ha incaricato di dirvi che, se volete vedere il vostro uomo, dovete trovarvi questa notte, a mezzanotte in punto, in via all'Albergo dei Poveri. Quel birbante di Pipita sapeva che in quella strada, in cima, abita un'amante del Cerruti, che costui va a trovare a mezzanotte il martedì e il venerdì. Oggi, appunto, è venerdì.
      Giorgio Perroni restò un poco pensieroso. Tanta facilità di notizie e di informazioni lo rendeva guardingo.
      Se ci fosse un tranello, sotto? Ad ogni modo, si diede subito attorno per organizzare una spedizione. Riunì, perciò, l'amico De Sorenny, Storno e Pinzi, ai quali diede appuntamento in piazza Nunziata per le undici e mezzo. All'ora indicata, soltanto De Sorenny e Storno si trovarono insieme.
      Il Pinzi, come si seppe dopo, si era trattenuto a bere con un amico, ne aveva più pensato alle ore, che trascorrevano. Quanto al Perroni, egli si era recato a prendere Augusta e si era diretto con lei verso il luogo del convegno. Ma per strada alla donna venne un leggiero malessere, che li obbligò entrambi a cercare un posto, ove poter riposare. Il disturbo della Scarpette passò subito, non così la premura del Perroni per lei. In quel momento di riposo Augusta aveva sbozzato un gesto birichino di assenso e si era detta a se stessa:
      — Bah!


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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