Portiamo due esempi del nostro asserto, l'uno riguardante una vergine, l'altro una creatura già formata alla vita sessuale.
Essi basteranno da sè, crediamo, a dimostrare quanta falsità vi sia nel modo di agire e di pensare di quegli esseri inferiori e volubili, che noi, malgrado tutto, idolatriamo ancora. Nè si dica che abbiamo studiato casi particolari. La signorina Scarpette è un tipo, come sono tipiche le due creature, delle quali vogliamo discorrere or ora.
Gli eroi del nostro primo esempio?
Un uomo ed una donna, naturalmente. Lui era un personaggio lugubre, sentimentale ed erotico a un tempo. Talvolta profferiva le più dolci e languide frasi, gli occhi avevano lampi vivi di desiderio. C'era qualcosa di strano e di malato in quel giovanotto, malgrado l'apparente tranquillità di gesti e di voce. Gli uomini simpatizzavano con lui, rimanendo suggestionati da quel silenzioso nottambulo, indolente come un arabo e fantastico come un eroe di ballata. Quanto alle donne, esse intuivano un mistero in quel corpo magro e lungo e negli occhi profondi che sapevano conservarsi sprezzanti innanzi alle loro seduzioni. Più ancora, diffidavano della sua espressione calma, sotto la quale a gran pena si celava una sensualità raffinata. Egli si chiamava Vittorio Rossi.
La ragazza, un po' anemica, aveva il volto di una vergine e il corpo di una donna già formata. Le membra scultoriamente arrotondate smentivano la limpidezza ingenua degli occhi azzurri e la semplicità di posa della bocca. La sua pelle fine e bianca, la delicatezza delle mani e l'armoniosa linea dei capelli castani, diffusi sulla fronte e lungo le tempie, la facevano somigliare a una figura di Botticelli.
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Scarpette Vittorio Rossi Botticelli
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