Però, sotto quella leggiadra apparenza si indovinava un temperamento caldo, atto al bacio e all'amore.
Un esteta intollerante avrebbe potuto criticare soltanto, in quella fiorente bellezza, il naso un po' lungo e le movenze ancor rigide di fanciulla, che del sesso conosce soltanto il pericolo.
Ma la parte più caratteristica e più attraente di quel corpo era il collo, un meraviglioso collo morbido e flessibile come quello di un cigno di cui la trasparenza diafana della pelle e la esile rotondità accrescevano la grazia spontanea.
Si erano conosciuti adolescenti. A quell'epoca, lui, già sviluppato, non badava a quella bambina taciturna, che sapeva soltanto chinare il capo e arrossire. Egli corteggiava la sorella di lei, un diavoletto malizioso e vivace come una vespa.
Una sera, al chiaro di luna, in una romantica passeggiata, che quei tre si eran permessa fra la quiete deliziosa di un giardino pubblico, posto lungo le rive di un fiume, il giovane si avvide per la prima volta che la bambina diventava pericolosa.
Il dolce viso di lei, illuminato dalla rugiada lunare, appariva incantevole nei suoi lineamenti e nella raccolta e pensosa espressione.
Quella notte, il giovanotto non riuscì a chiuder occhio. Intravedeva lunghe file di pallide adolescenti, che passavano innanzi a lui fissandolo con i loro occhioni azzurri e luminosi. A poco a poco una trasformazione avvenne nel suo animo. Egli si avvide che sino ad allora aveva scherzato ed ebbe paura dell'avvenire.
Non osava confessare a sè stesso le proprie impressioni.
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