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      E lo avrebbe fatto molto meravigliare chi gli avesse chiesto la ragione di quella febbrile inquietezza, che a volte s'impadroniva della sua amante.
      L'idillio durò due anni. Un giorno, all'improvviso, egli sorprese nel folto di un bosco la ragazza immobile sotto la stretta violenta di un uomo. Rimase agghiacciato, con le labbra convulsamente serrate. Un urlo di spavento suonò, che lo riscosse e lo fece fuggire all'impazzata attraverso la calma feconda della natura...
      Veniamo al secondo esempio. Qualcuno si meraviglierà delle nostre digressioni, che hanno ben pochi rapporti con Genova misteriosa. Che cosa volete dimostrare? Che la donna è la creatura più impulsiva e istintiva, che esista?... Ma di ciò è convinto anche il pizzicagnolo, qui, all'angolo della strada! E poi, siete troppo urtante e divagate oltre i limiti. A chi ci onora di queste e simili interrogazioni, rispondiamo: 1°, che non abbiamo scritta una «Genova misteriosa» ad uso delle sartine e dei collegiali, poichè in tal caso avremmo intitolato il nostro romanzo «Genova all'acqua di rose»; 2°, che il nostro compito trascende i limiti del titolo e che qualche questione di psicologia generale non disdice a nessun argomento. Eppoi, si trattava di difendere la nostra Scarpette e di mostrare, con qualche paragone tipico, ch'essa, se in apparenza differisce da moltissime donne, in sostanza rappresenta l'eterno femminino nelle sue linee più schiette e più evidenti.
      Ed eccoci alla seconda coppia d'innamorati, che volevamo esporre al lettore.


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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