— Ah! Ah! Me l'hanno uccisa sapete? Oh! Non ho creduto a una parola del preteso accidente! C'era il Cerruti da quelle parti!
Abbassò la voce, fino a renderla quasi inintelleggibile:
— Sapete? Il Cerruti avrà voluto violentarla, la mia povera bambina, ed essa si sarà opposta. Allora, oh! vedo la scena di qui, quella canaglia la ha gettata in mare e poi è tornato a casa a piangere le lagrime del coccodrillo.
Chinò il capo e si rimise a canticchiare dolorosamente:
— Augusta! Gusta! Gustina! Micino mio!
Il Perroni non potè più oltre sopportare quello strazio intenso, che indovinava sotto le apparenze pazzesche del sarto. Perciò, lo interruppe bruscamente:
— Sapete? Augusta Brendel vive. Era con me ancor quindici giorni or sono.
Maglino si drizzò impetuoso. Il suo lungo corpo parve percosso da un fremito. Aveva il volto livido e gli occhietti fosforescenti. Stridette:
— Che dite? Siete impazzito?
— Vi ripeto che la vostra Augusta, la vostra figliuola d'adozione è in vita, che non è mai caduta in mare!
Il Maglino sbattè due o tre volte le braccia per aria, poi sbuffò rumorosamente, si sedette, si alzò di nuovo, fece due o tre giri rapidi per la stanza e infine si venne a collocare innanzi al giovinotto, con le sue spalle curve che gli davano l'aspetto di un punto interrogativo.
— Raccontate tutto. Voglio sapere. E guai a voi, se mentirete.
Giorgio Perroni narrò brevemente quanto sapeva della signorina Scarpette.
Ad ogni peripezia di quella disgraziata, il sarto cacciava fuori dalla gola qualche strido o alzava i pugni o batteva i piedi furiosamente.
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