Rimasi nascosto in quella casa circa tre mesi, imparando i primi elementi del mio nuovo mestiere e aiutando il mio padrone in quel che potevo. In pari tempo, il sarto mi istruiva nello scrivere e nel comporre e cercava di insegnarmi le poche nozioni di lingue estere, ch'egli possedeva.
In capo a tre mesi partimmo entrambi da Napoli, senza ch'io volessi più occuparmi della mia famiglia, per recarci a Genova, città, in cui il Maglino aveva buone speranze e assicurazioni di lavoro.
A poco a poco il mio buon protettore potè acquistarsi una estesa clientela nella borghesia femminile e procurarsi una posizione comoda e piacevole coi molti guadagni del suo mestiere. Rimasi con lui fino a quindici anni, epoca in cui dovetti dividermi dal mio padrone per le ragioni, che sinceramente vi confesserò. Io ero un ragazzo svelto ed ardito e possedevo un fisico abbastanza attraente. Nelle mie numerose gite nelle case delle nostre clienti avevo potuto acquistare una certa esperienza di piccolo don Giovanni. Infatti, a soli dodici anni, incontrai la mia prima avventura amorosa. Una piacente signora dell'alta borghesia, scherzando meco famigliarmente, giunse, senza ch'io quasi mi avvedessi delle sue intenzioni, a insegnarmi completamente la grammatica dell'amore.
Da quel punto mi diedi alla vita più spensierata e gaudente che si possa immaginare per un ragazzo, quale io ero allora. Bisogna dire, a mia discolpa, che le donne, da me avvicinate, fomentavano la mia precoce libidine. Ho avuto campo di esaminare a fondo, nella numerosa clientela femminile, che possedeva il mio padrone, la natura e l'indole della donna genovese.
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