Il tuo regno è finito e comincia il mio. Fai le tue preghiere, vecchio, poichè la ghigliottina ti aspetta e con essa le risate degli uomini. Voglio che il tuo capo, reciso, faccia pompa di sè sovra la più alta torre della città, se pure esistono una torre e una città all'infuori delle nostre menti. Il corvo ha perse le penne di pavone e se ne sta lì, a tremare di freddo e di paura. Guardatelo tutti! È il più miserevole spettacolo, che si sia mai presentato ai miei occhi. Orsù, buoni sudditi, inauguriamo il nuovo regno con un ballo frenetico, che dimostri la robustezza delle nostre gambe e il vostro affetto verso di me.
Detto ciò, diede in un urlo, al quale gli altri pazzi fecero coro. Una ridda spaventosa cominciò a infuriare pel cortile, fra strida e ululati.
A stento gli inservienti poterono impadronirsi dei mentecatti e costringere all'immobilità quelle membra, slogate nei più pazzi e disordinati movimenti. Io solo non avevo preso parte alla ridda infernale, poichè ero rimasto profondamente colpito dalle parole, udite in quell'assemblea dai miei compagni di sciagura.
VIII
Le cabale del cuore
Uscii dal manicomio, come già vi dissi, dopo due anni di soggiorno. Possedevo poche risorse, qualche centinaio di lire, misero avanzo delle passate prodigalità femminili. Non volli ricorrere al Cerruti e neanche rivederlo; perciò, abbandonato del tutto a me stesso, decisi di recarmi a Monaco e di tentare col mio antico mestiere un guadagno sufficiente. Nella sfarzosa città principesca trovai conoscenti e amiche, che, per un ultimo barlume di affetto, mi posero in grado di vivere abbastanza comodamente.
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Cerruti Monaco
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