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      Allora, si cacciò indietro col corpo, dicendo:
      — Che vuoi, Gianni? E questo il modo di presentarsi?
      Non risposi e mi avanzai nella stanza. Era scura; ma, in fondo, si poteva distinguere un corpo d'uomo, ritto contro la parete. Fui presto a slanciarmi sulle imposte e ad aprirle. La luce, penetrando violentemente nel salotto, inondò la figura sinistra di Dario Cerruti e quella tremante e disfatta di Sofia Brendel.
      — Sta bene!, sogghignai. Fate pure i vostri comodi. Io mi ritiro, ringraziando questa prostituta per i favori, che mi ha elargiti nel passato.
      Il Cerruti fece un passo innanzi. Aveva le braccia incrociate sul petto. I capelli fulvi scomposti, gli occhi scintillanti e feroci, la piega felina delle labbra lo faceva somigliare più ad una belva, che ad una creatura umana. Mi si piantò innanzi e, postami una mano sul petto, mi disse:
      — A noi due. Non si esce di qui, come si è entrati. Il nome di Sofia Brendel, sulle tue labbra, dovrà suonare con maggior rispetto; a meno che tu non voglia recarti all'inferno prima del tempo.
      — Bravo, Dario! Reciti una bella commedia. Peccato che, ad ammirarti, non ci siano se non una donna pubblica e un uomo, che ti conosce a fondo.
      Sentivo l'animo mio invaso dalla rabbia, ma non volevo dimostrare esternamente la mia agitazione. E poi, dovevo lottare con un avversario, che sapevo espertissimo di maschere e pronto a far arma contro di me della mia stessa collera.
      Sofia si era lasciata cadere sopra un divano. Il suo bel viso, bianco come cera, posava abbandonato sui cuscini.


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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