Chi mi ha indotto a violentare una donna e poi a ucciderla? Tu, tu, che, come un demonio, sei venuto a soffiarmi nelle orecchie il delitto! Non ti devo nulla, se non l'odio, ricordalo.
— Bene, ce ne ricorderemo!, sogghignò il Cerruti. Ma prima di partire, ascoltami. Io ti voglio proporre di essere terzo in un'alleanza, se pur ami i denari e i godimenti. Questa donna, che tu hai creduta tua per adulterio e che si è attaccata a me più per paura che per amore, ha concesso e concede contemporaneamente il suo amore a quanti gliene richiedono. Tutti lo sanno, tranne tu e suo marito. Or io la tengo come una creatura necessaria ai miei disegni, ed essa lo sa e accetta le mie condizioni.
Guardai Sofia. Non avrei mai creduto di poter scorgere sovra un volto umano segni più profondi di devozione e di paura, di quelli, che osservai nei lineamenti della donna. Mi ritrassi disgustato. Avevo impantanato il mio corpo e non me n'ero avvisto. Ora, il Cerruti mi toglieva la benda, medico odioso e ancor più sprezzato, poichè col suo cinismo aveva dissipata una cara illusione.
Dario che scorse facilmente sul mio viso i segni dell'interno mio stato d'animo, continuò a parlare:
— Vedo con dispiacere che conosci ben poco il mondo e in specie le donne. Queste creature, leggiadre d'aspetto, serbano nell'animo più fiele e perversità di quanti delinquenti possano esistere. Scuoti la polvere dal tuo cervello e decidi. Vuoi accettare la mia amicizia?
— No, risposi. Odio te e lei e non posso pensare se non alla vostra distruzione.
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Cerruti Sofia Cerruti
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