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      Seppi solo più tardi dalla bocca di Sofia che il pover'uomo, tornato a casa e trovata la moglie sola, le rinfacciò tutte le sue infamie, singhiozzando. Poi la lasciò, sbalordita e tremante nè conscia dei divisamenti del marito.
      Non lo vide più sino all'ora di cena. Egli venne a sedersi a tavola, mangiò poco, non guardò mai la moglie e, baciata la sua bambina Augusta, si ritirò. Dopo un'ora un colpo d'arma da fuoco ruppe la tranquillità della casa. Il bravo negoziante si era ucciso nella solitudine della sua camera. Non lasciò uno scritto, nulla che rivelasse i suoi ultimi pensieri. Volle sparire generosamente, troppo debole com'era per resistere al destino, troppo forte per compiacersi nella vendetta.
     
      IX
     
      Amore di bambina
     
      Prima ch'io proceda nel mio racconto, permettetemi, caro Perroni, di spiegarvi il mio carattere, che, del resto, avrete già compreso abbastanza.
      All'epoca, di cui vi parlo, ero un giovane impulsivo e bizzarro. Nessuno mi aveva insegnato a distinguere il bene dal male, nulla mi parlava di virtù. Che cosa avrei dovuto fare, sperso pel mondo, senza aiuti e senza amicizie? L'istruzione, che mi aveva data il Maglino, era troppo saltuaria e inconsistente. Inoltre, di quante persone mi ero trovate intorno, nessuna mi aveva detta una buona parola, di quelle, che, talvolta, bastano a salvare un uomo.
      Le donne mi adoravano ed io le amavo, ma senza annettervi importanza e soltanto coi sensi.
      Sapevo di riuscire simpatico e di godere una certa considerazione, sia per la mia audacia che per le mie abilità multiple, inerenti, forse, al mio temperamento di napoletano.


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





Sofia Augusta Perroni Maglino