Pagina (209/280)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Una fronte spaziosa, che come una fascia chiara cingeva il suo cranio, due occhi profondi e fosforescenti, una bocca arcuata come quella del tigre, la mascella inferiore larga e sporgente davano a quel viso un'impronta terribile di malvagità.
      Si avanzò scuotendo uno scudiscio e, ghignando, percosse con quello la piccola ballerina. Augusta, che avea indietreggiato fin quasi tra le braccia del Perroni alla vista del nuovo venuto, lasciò udire un grido.
      Il Rossino si voltò, pronto, a quella voce.
      — Ah! Ah! Chi si vede!
      Il suo riso sarcastico somigliava all'urlo della iena. Si avanzò fin quasi a toccare la donna.
      — Che si fa, Augusta?
      La donna non osava parlare: tremava tutta.
      — Via! Vuoi rispondere?
      Alzò lo scudiscio in aria. Ma il Perroni fu pronto a trattenergli il braccio.
      — Chi sei tu, mascalzone?, urlò il Rossino.
      Scarpette si gettò fra i due, singhiozzando:
      — Giorgio! Giorgio! Lascialo picchiare! E Cerruti! Il viso del Rossino si contrasse orrendamente.
      — Tutti fuori, urlò quell'uomo, tutti, tranne voi due! E accennò al Perroni e a Scarpette.
      Quella gente uscì alla rinfusa. Nessuno osava contrastare le volontà del padrone. La bimba fu l'ultima a lasciare la stanza. Prima di scomparire nel corridoio, essa gettò un'occhiata supplichevole ad Augusta e fece come un gesto di compassione.
      Il Perroni aveva acquistata la calma. Era disarmato, ma si sapeva più forte del suo avversario.
      Quando si vide solo con Scarpette e Giorgio, il Cerruti riprese a parlare, balbettando a volte sotto l'impeto della rabbia:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





Perroni Rossino Augusta Perroni Rossino Cerruti Rossino Perroni Scarpette Augusta Perroni Scarpette Giorgio Cerruti Augusta