Rosa Moddi era stata, realmente, l'amante del Cerruti. Sedotta da costui, essa aveva abbandonati i parenti per seguirlo nella via del delitto. Adesso, ogni traccia d'amore era scomparsa in entrambi. Ma rimaneva nella donna un cieco attaccamento, una devozione senza confini, quasi bestiale verso l'uomo che l'aveva corrotta e che essa adorava come un dio. Simili legami si formano spesso tra la vittima e il delinquente. Altrimenti, non si spiegherebbe quella specie di barriera di simpatie, che circonda la persona dei grandi colpevoli e che salva spesso le canaglie e i piccoli farabutti.
Quella creatura non era cattiva; provava, anzi, facilmente la simpatia e la compassione.
Pure, non osava, non voleva opporsi ai disegni tenebrosi del suo padrone. Qualche volta, a lampi, la bontà predominava ogni altro sentimento e la induceva a tentare qualcosa in favore di qualche vittima del Cerruti. Così, Augusta Brendel era stata da lei avvertita, rapidamente, del tranello tesole dell'amico di Dario, connivente costui, per condurla in una casa di corruzione.
Adesso, la piccola Bisca attirava tutte le sue cure. Quella fanciulla le era piaciuta subito con la sua aria di malatina e la grazia ingenua delle sue parole. Ne indovinava il destino, ne sapeva in parte il passato e non poteva trattenersi dall'averne una grande pietà. Perciò come a farle dimenticare ogni cosa, la circondava di affetto e di premure.
La ragazza corrispondeva con gioia a quelle manifestazioni di simpatia, che illuminavano la sua solitudine.
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